Il Comune di Cori aderisce al Comitato Nazionale Promotore dell’iniziativa “2023 Anno del Turismo di Ritorno, alla scoperta delle Origini”, approvando contestualmente il relativo schema di protocollo d’Intesa.
Da alcuni decenni è diffusa nel mondo una nuova forma di turismo, il cosiddetto turismo delle radici o di ritorno, quale elemento identitario considerato uno “strumento” per il rilancio di una destinazione turistica. Questa tipologia di turismo, parte integrante del turismo culturale, è chiamata anche turismo genealogico, in quanto si riferisce principalmente ai discendenti di emigrati che, ricostruendo il proprio albero genealogico, tornano a visitare e a vivere i luoghi dei loro antenati.
Considerato che il turista di ritorno non solo è interessato a conoscere la storia dei propri ascendenti, visitando i luoghi dove hanno vissuto e lavorato, ma anche a scoprire nuove forme di cultura, tradizioni legate all’artigianato e all’enogastronomia di quei luoghi, e preso atto che, secondo uno studio realizzato dall’ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo nel 2018, il turismo di ritorno in Italia è in costante crescita, il bacino potenziale teorico del cosiddetto turismo “di ritorno” o “delle origini”, ovvero quello generato dagli italiani residenti all’estero o dai loro discendenti, è pari a circa 80 milioni di persone. Il giro d’affari attualmente relativo a questo segmento turistico dal solo continente americano si aggira intorno ai 650 milioni di euro, per un totale di 670.000 arrivi/anno in Italia.
Il progetto è rivolto ai nostri connazionali residenti all’estero e agli oltre 80 milioni di connazionali di seconda, terza e quarta generazione che vivono fuori dall’Italia e prevede 13 mesi di organizzazione e 10 mesi di operatività (da marzo 2023 a dicembre 2023), durante i quali verranno organizzati eventi, sagre, workshop, missioni economiche, confronti e dibattiti. Il progetto è finalizzato, inoltre, alla realizzazione di missioni estere e incontri d’affari tesi a incentivare i nostri connazionali all’estero a investire in Italia, con particolare attenzione a favorire gli investimenti nelle regioni e nei borghi da dove i loro avi sono partiti per riprendere il legame con i territori che diventi stabile e duraturo. Infine, il progetto punta a far attivare rapporti tra le nostre imprese e le imprese dei nostri connazionali operanti all’estero, per creare sinergie capaci di creare collaborazioni stabili, joint venture, attività di internazionalizzazione.